Stefano Bruschi nasce a Firenze nel 1968.
Terminate le scuole superiori comincia a fare i primi passi nel mondo dell’arte lavorando come grafico e dipingendo acquerelli informali, così definiti dall’artista stesso.
Nel 1996 comincia a lavorare alla Pignone di Firenze come fonditore e, simultaneamente, comincerà a dedicarsi anche allo studio dell’arte, letture che lo aiuteranno nella sua ricerca artistica. Tra queste scoprirà la bellezza della matericità delle opere di Burri .
L’ambiente della fonderia, seppur chiuso, al buio, fumoso, diventerà ben presto un ambiente dal quale “apprendere” una maniera di lavorare artigianalmente: sarà infatti da questa esperienza che partiranno le prime ricerche tecniche con materiali quali il ferro; ma sarà anche l’occasione in cui Stefano Bruschi svilupperà le capacità artigianali nella realizzazione delle opere future. I lavori che realizzerà in questo periodo risentono dell’influenza del lavoro in fonderia, userà infatti il nero, il bianco ingiallito, userà oggetti simbolici- come gli sfiatatoi dell’aria per le colate- che rimandano, appunto, ad una esperienza di vita e lavorativa fatta in questo ambiente. Sono lavori simbolici e strettamente legati alla memoria in cui c’è un avvicinamento al figurativismo.
Nel 2002 Stefano cambia lavoro: dall’ambiente buio e chiuso della fonderia passerà a lavorare la terra, a stare all’aria aperta. Questo nuovo lavoro nel campo, che farà per circa 8 anni, lo aiuterà ulteriormente ad apprendere tutto ciò che gli serve per la progettualità nell’ambito artistico: non solo “fare” un’ opera d’arte ma anche saperla progettare e mantenerne le tecniche impiegate. Le opere realizzate in precedenza risentivano molto della improvvisazione tecnica che veniva, puntualmente, “persa” dopo la realizzazione. Grazie proprio al tipo di lavoro nel campo Stefano impara a controllare il suo operato, a disciplinarsi con le tecniche e a saperle utilizzare ancor più con maestria. Del 2004 è la personale “4004 traces” al Momoyama di Firenze e nel 2005 , al Polissena di Prato , presenta Platform , opere in gestazione sulle quali ritornerà a lavorarci nel 2007 dopo l’importante incontro con Paolo Barberis .Platform sono sculture in cui, il ruolo principale, è dedicato al gioco dei volumi, al “caso”. In questi lavori non c’è intenzionalità ma solo ricerca della purezza della forma e , per raggiungerla, Stefano Bruschi lavora in positivo e cerca di escludere i propri sentimenti ed emozioni dalla filiera progettuale ed artigianale. Non conta il pensiero, quando esso guida il risultato dell’opera, conta solo il “perdere” il controllo del proprio farsi per raggiungere l’essenza dell’opera.
Nel 2008 , poco dopo la personale “Bruschi fonderie” alla Ken’s Art Gallery di Firenze , c’è l’incontro con Alice Corbetta, Riccardo Saltini e Gianni Ort, tre artisti che, come Stefano, vivono nelle campagne toscane e da queste ne sono profondamente influenzati.
Da questi incontri nascerà Flussiarte, nel quale il gruppo di artisti fa convogliare le proprie esperienze di vita e d’arte.
In questi ultimi anni, oltre a partecipare a diverse personali e collettive in Toscana, Stefano Bruschi continua le sue ricerche sulla superficie . I suoi ultimi lavori vengono definiti dall’artista stesso opere-reperti in cui prevale lo studio della composizione e dove la cromaticità è resa dai colori del materiale usato per la realizzazione, quali: gesso ceramico, cere e tempera bianca.
personali
2011, Vivente, installazione scultorea, Fattoria di Bacchereto, Prato, a cura di Savino Marseglia.
,2008, bruschi fonderie, Ken’s Art Gallery, Firenze, a cura di Andrea Mello.
2005, Plat_forms, Polissena Arte, Prato.
2004, 4 00 4 t r a c e s, Momoyama Art Space, FI.
2003, traces, Pop Cafè, Firenze, a cura di Katia Giuliani.
collettive
2012, Flussartsisti numero due, Castellina in Chianti SI, a cura di Savino Marseglia e Tiziano Licata.
2012, Flussartsisti numero uno, Montespertoli FI, a cura di Savino Marseglia e Tiziano Licata.
2012 paesaggio dell'Io, Sala del Basolato Fiesole, FI, a cura di Andrea Mello e Nicola Nuti.
2012, Fare Lume, Lato, Prato, a cura di Luca Gambacorti, Fabrizia Bettazzi.
2011, pac180, serate illuminate, Livorno.
2010, Vivente, installazione, Hotel S.Miniato, Pisa.
2008, Identità, Montespertoli, a cura di Marta Fiaschi.
2006, Inaugurazione apertura Ken’s Art Gallery, FI. Supporto tecnico, Paolo Barberis.
2006, Omaggio a Arrigo Bencini Tesi, Antica Fornace di Bacchereto, PO, a cura di Ing. A. Bulletti.
2006, Paesaggi 2006, Museo del Vino, Montespertoli, Firenze, a cura di Marta Fiaschi.
2005, Inaugurazione Antica Fornace di Bacchereto, a cura di Savino Marseglia,
coordinatore/curatore
2005, Fragile, di Simone Armelani;
...and my family, senza dimora fissa, installazione sonora;
dialogos (metafisica dell’essere) performance teatrale, regia di Robero Visconti;
Misura, di Paola Tangocci;
Dada Ensemble - Presepe sussurrato, Performance Teatrale;
Antica Fornace di Bacchereto, Prato, a cura di Stefano Bruschi e Savino marseglia.
concorsi
2003, primo premio sezione esplorativa, premio della crtitica, Biennale d’Arte Contemporanea L. da Vinci, Roma.
2002, primo premio città di Cervere, Cuneo, sezione grafica.
2001, terzo premio città di Lastra, sezione grafica, Firenze.
Terminate le scuole superiori comincia a fare i primi passi nel mondo dell’arte lavorando come grafico e dipingendo acquerelli informali, così definiti dall’artista stesso.
Nel 1996 comincia a lavorare alla Pignone di Firenze come fonditore e, simultaneamente, comincerà a dedicarsi anche allo studio dell’arte, letture che lo aiuteranno nella sua ricerca artistica. Tra queste scoprirà la bellezza della matericità delle opere di Burri .
L’ambiente della fonderia, seppur chiuso, al buio, fumoso, diventerà ben presto un ambiente dal quale “apprendere” una maniera di lavorare artigianalmente: sarà infatti da questa esperienza che partiranno le prime ricerche tecniche con materiali quali il ferro; ma sarà anche l’occasione in cui Stefano Bruschi svilupperà le capacità artigianali nella realizzazione delle opere future. I lavori che realizzerà in questo periodo risentono dell’influenza del lavoro in fonderia, userà infatti il nero, il bianco ingiallito, userà oggetti simbolici- come gli sfiatatoi dell’aria per le colate- che rimandano, appunto, ad una esperienza di vita e lavorativa fatta in questo ambiente. Sono lavori simbolici e strettamente legati alla memoria in cui c’è un avvicinamento al figurativismo.
Nel 2002 Stefano cambia lavoro: dall’ambiente buio e chiuso della fonderia passerà a lavorare la terra, a stare all’aria aperta. Questo nuovo lavoro nel campo, che farà per circa 8 anni, lo aiuterà ulteriormente ad apprendere tutto ciò che gli serve per la progettualità nell’ambito artistico: non solo “fare” un’ opera d’arte ma anche saperla progettare e mantenerne le tecniche impiegate. Le opere realizzate in precedenza risentivano molto della improvvisazione tecnica che veniva, puntualmente, “persa” dopo la realizzazione. Grazie proprio al tipo di lavoro nel campo Stefano impara a controllare il suo operato, a disciplinarsi con le tecniche e a saperle utilizzare ancor più con maestria. Del 2004 è la personale “4004 traces” al Momoyama di Firenze e nel 2005 , al Polissena di Prato , presenta Platform , opere in gestazione sulle quali ritornerà a lavorarci nel 2007 dopo l’importante incontro con Paolo Barberis .Platform sono sculture in cui, il ruolo principale, è dedicato al gioco dei volumi, al “caso”. In questi lavori non c’è intenzionalità ma solo ricerca della purezza della forma e , per raggiungerla, Stefano Bruschi lavora in positivo e cerca di escludere i propri sentimenti ed emozioni dalla filiera progettuale ed artigianale. Non conta il pensiero, quando esso guida il risultato dell’opera, conta solo il “perdere” il controllo del proprio farsi per raggiungere l’essenza dell’opera.
Nel 2008 , poco dopo la personale “Bruschi fonderie” alla Ken’s Art Gallery di Firenze , c’è l’incontro con Alice Corbetta, Riccardo Saltini e Gianni Ort, tre artisti che, come Stefano, vivono nelle campagne toscane e da queste ne sono profondamente influenzati.
Da questi incontri nascerà Flussiarte, nel quale il gruppo di artisti fa convogliare le proprie esperienze di vita e d’arte.
In questi ultimi anni, oltre a partecipare a diverse personali e collettive in Toscana, Stefano Bruschi continua le sue ricerche sulla superficie . I suoi ultimi lavori vengono definiti dall’artista stesso opere-reperti in cui prevale lo studio della composizione e dove la cromaticità è resa dai colori del materiale usato per la realizzazione, quali: gesso ceramico, cere e tempera bianca.
personali
2011, Vivente, installazione scultorea, Fattoria di Bacchereto, Prato, a cura di Savino Marseglia.
,2008, bruschi fonderie, Ken’s Art Gallery, Firenze, a cura di Andrea Mello.
2005, Plat_forms, Polissena Arte, Prato.
2004, 4 00 4 t r a c e s, Momoyama Art Space, FI.
2003, traces, Pop Cafè, Firenze, a cura di Katia Giuliani.
collettive
2012, Flussartsisti numero due, Castellina in Chianti SI, a cura di Savino Marseglia e Tiziano Licata.
2012, Flussartsisti numero uno, Montespertoli FI, a cura di Savino Marseglia e Tiziano Licata.
2012 paesaggio dell'Io, Sala del Basolato Fiesole, FI, a cura di Andrea Mello e Nicola Nuti.
2012, Fare Lume, Lato, Prato, a cura di Luca Gambacorti, Fabrizia Bettazzi.
2011, pac180, serate illuminate, Livorno.
2010, Vivente, installazione, Hotel S.Miniato, Pisa.
2008, Identità, Montespertoli, a cura di Marta Fiaschi.
2006, Inaugurazione apertura Ken’s Art Gallery, FI. Supporto tecnico, Paolo Barberis.
2006, Omaggio a Arrigo Bencini Tesi, Antica Fornace di Bacchereto, PO, a cura di Ing. A. Bulletti.
2006, Paesaggi 2006, Museo del Vino, Montespertoli, Firenze, a cura di Marta Fiaschi.
2005, Inaugurazione Antica Fornace di Bacchereto, a cura di Savino Marseglia,
coordinatore/curatore
2005, Fragile, di Simone Armelani;
...and my family, senza dimora fissa, installazione sonora;
dialogos (metafisica dell’essere) performance teatrale, regia di Robero Visconti;
Misura, di Paola Tangocci;
Dada Ensemble - Presepe sussurrato, Performance Teatrale;
Antica Fornace di Bacchereto, Prato, a cura di Stefano Bruschi e Savino marseglia.
concorsi
2003, primo premio sezione esplorativa, premio della crtitica, Biennale d’Arte Contemporanea L. da Vinci, Roma.
2002, primo premio città di Cervere, Cuneo, sezione grafica.
2001, terzo premio città di Lastra, sezione grafica, Firenze.